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Giovedì, 10 Marzo 2022 10:53

Lettera per il centenario di Santa Teresa di Gesù

Lettera all'Ordine in occasione del quarto centenario della canonizzazione di Santa Teresa di Gesù

Cari fratelli e sorelle, credo che stiamo vivendo un momento di grazia nel nostro Ordine. La notizia che Tito Brandsma sarà canonizzato molto presto ha commosso i cuori e le menti di ogni comunità carmelitana. Le prossime settimane saranno piene della vita e dei pensieri di questo sant'uomo. Mentre scrivo questa lettera sono consapevole di una parte della vita e del pensiero di Tito Brandsma che arricchisce la Famiglia Carmelitana in modo molto notevole, cioè il suo grande interesse per la vita, l'esperienza e la dottrina di Santa Teresa di Gesù.

Il 12 marzo di quest'anno la Chiesa celebrerà il quarto centenario della canonizzazione di Teresa d'Avila, che fu canonizzata lo stesso giorno di Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Filippo Neri e Isidoro l’agricoltore. Quel giorno, su iniziativa del Superiore Generale della Compagnia di Gesù, ci sarà una celebrazione dei cinque santi nella chiesa del Gesù a Roma presieduta da Sua Santità, Papa Francesco. Il nuovo Superiore Generale dei Carmelitani Scalzi, P. Miguel Márquez Calle, O.C.D. ed io siamo stati invitati a partecipare e a concelebrare con il Papa, come rappresentanti della Famiglia Carmelitana.  Parteciperanno anche altri membri dei nostri rispettivi Consigli Generali.

Questo lieto evento è un'ottima occasione per costruire relazioni con la Compagnia di Gesù, che ringrazio per il loro invito, ed è anche un'occasione all'interno della stessa Famiglia Carmelitana, per riflettere sul dono dei nostri santi. Qui, in questa lettera vorrei riflettere attraverso gli occhi di Tito Brandsma, sul dono di Teresa di Gesù al nostro Ordine e a tutta la Chiesa. Tito Brandsma ha condiviso alcuni dei modi che abbiamo oggi di pensare alla Famiglia Carmelitana. Era consapevole di come il carisma carmelitano sia dato a molte persone nella Chiesa. Scrivendo del Beato John Soreth ha riconosciuto il grande lavoro che Soreth aveva fatto aprendo alle donne i doni del Carmelo di cui fino ad allora avevano goduto solo gli uomini.[1]  È in questo stesso spirito che riconosce il grande dono di Teresa al nostro Ordine per il modo in cui lei aiuta le persone ad apprezzare sempre di più il carisma carmelitano, aiutandole a giungere alla conoscenza del mistero di Dio nella loro vita.

Tito non ha fatto nessun segreto della sua stima per Teresa di Gesù. Il nome di sua madre era Teresa (Titjsie). Ogni anno, in occasione della festa di Teresa di Gesù, Tito scriveva un biglietto speciale a sua madre per la sua festa. Durante tutta la sua vita, pregò con le parole di Teresa: "Che nulla ti turbi". Iniziò la traduzione delle sue opere in olandese con l'aiuto di altri carmelitani, ma non portò a termine il lavoro, il che fu per lui fonte di grande rammarico. Allo stesso modo la biografia che stava scrivendo fu nella sua mente fino alla fine, tanto era forte il suo desiderio di far conoscere questa santa tra gli olandesi. Commentando la traduzione con il suo grande amico e mentore Hubertus Driessen, si domandavano quanto la traduzione delle opere di Teresa, che avevano finora pubblicato, avesse "dato di nuovo al nome del Carmelo in Olanda una buona reputazione come Ordine di preghiera e mistica".[2]

Ci sono due conferenze di Tito Brandsma che potrebbero aiutarci in modo particolare a vedere il legame tra lui e Teresa di Gesù. Nella lezione che tenne all'Università di Nijmegen, in 1932, sotto il titolo Godsbegrip (L'idea di Dio),[3] nel momento di assumere il ruolo di Rettore Magnifico della università, troviamo che l'idea di Dio che più gli piace è l'idea di Dio che entra nella vita di ogni essere umano, ed entrerà sempre di più nella persona che con il suo modo di vivere e credere gli farà spazio per entrare. Nelle sue parole:

Ciò che quindi difendo e considero indispensabile per il nostro tempo è la contemplazione di tutto l'essere nella sua dipendenza da Dio e il suo emergere da Dio, la cui opera dobbiamo vedere in ogni cosa e il cui essere dobbiamo discernere in ogni cosa. Dobbiamo anche riconoscere e venerare Dio in tutte le cose, e prima di tutto in noi stessi. Dio ci si rivela nelle profondità di tutte le cose e nelle nostre stesse profondità. Dio vuole essere visto e conosciuto. In nessun luogo Dio può essere conosciuto meglio che nel fondo del nostro essere. Se il pensiero dell'inabitazione di Dio, della totale dipendenza di tutta la natura da Dio, dalla guida e dalla rivelazione di Dio fosse vivo in ogni cosa, agiremmo in modo diverso e adegueremmo il nostro comportamento per essere in sintonia con la rivelazione di Dio.[4]

Mentre pronunciava queste parole, è possibile che Tito stesse pensando a Teresa, dalla quale imparò com’è l’unione dell'anima con Dio e la natura onnipervasiva di Dio nella vita della persona umana. Tra la serie di dieci conferenze che Tito Brandsma tenne nel suo tour negli Stati Uniti d'America nel 1935, una fu dedicata interamente a Teresa di Gesù. In questa conferenza, in linea con la sua comprensione dell'idea di Dio, egli mostrò, basandosi soprattutto sul Castello Interiore, come Teresa sostenesse l'idea che Dio entra sempre più nella vita delle persone che conoscono Dio, accettano Dio e cercano di conoscere sempre più il suo amore. Nelle parole di Tito: 

Santa Teresa dipinge la vita mistica come qualcosa che si sviluppa nell'anima, secondo la capacità naturale dell'anima, come l'ultima realizzazione dei poteri umani. Esse sono state impiantate da Dio nella natura umana e si realizzeranno quando l'anima sarà consapevole della sua possibilità di raggiungere quel più alto grado di perfezione e quindi si abbandonerà completamente nelle mani del Signore che solo è in grado di portarla alla più alta delle elevazioni. Per tutto questo, non si chiede altro all'anima se non che realizzi i desideri e le volontà di Dio, che riponga la sua fiducia in Lui e che solo in Lui trovi la sua felicità. A Dio piace avere un amore ordinato ed Egli stesso ordinerà questo amore nell'anima.[5]

Tito ammirava Teresa per la meraviglia della sua esperienza e della sua dottrina. L'ammirava anche per la sua opera di riforma, ritenendo che la sua riforma fosse di beneficio non solo ai Carmelitani Scalzi ma anche ai Carmelitani dell'Antica osservanza. Con un linguaggio che risuona con la tradizione scalza, Tito dice: 

Certamente Maria è al primo posto nella venerazione dei suoi fratelli e delle sue sorelle, ma essi non ritengono di derogare a quella madre amatissima, quando onorano la più graziata delle sue figlie come un'altra madre, una madre che non ha dato loro l'esistenza, è vero, ma che li ha rigenerati ad una vita nuova. [6] 

Ora ci troviamo in tempi e circostanze che ci sfidano ad essere consapevoli della vera natura della nostra chiamata, e a rispondere con una vita che dia autentica testimonianza di questa chiamata. Dobbiamo vivere in un modo che sia fedele a ciò che diciamo di noi stessi, persone chiamate a vivere in fedeltà a Gesù Cristo, come persone contemplative la cui vita è plasmata dalla preghiera, dalla fraternità e dal servizio, e che seguono nella loro vita gli esempi di Maria ed Elia. Tito vide in Teresa una santa che decise di ritornare all'ispirazione originale del nostro ordine, e di purificare la vita dell'Ordine da tutte le abitudini e costumi cresciute nel corso dei secoli che servivano ad allontanare i suoi membri dalla loro vocazione originale.

In questo momento di grazia, mentre ci rallegriamo della prospettiva che Tito Brandsma sia dichiarato santo e onoriamo la canonizzazione di Teresa di Gesù, non può sfuggirci che abbiamo tutte le ragioni per rendere grazie a Dio, per rinnovare la nostra vita e per avere fiducia nella vita che abbiamo scelto, o meglio, che Dio ha scelto per noi. Con gioia e impegno condivideremo questa vita e questa saggezza con tutta la Chiesa e con ciascuna delle nostre chiese locali. Per questo motivo, nel breve tempo a disposizione, incoraggio le nostre comunità in tutto il mondo a celebrare il quarto centenario della canonizzazione di Santa Teresa di Gesù, e a farlo, dove possibile, insieme ai membri della Famiglia Carmelitana Scalza. 

Che il ricordo e l'onore che rendiamo a Santa Teresa di Gesù e al nostro nuovo futuro santo Tito Brandsma, rafforzino in ognuno di noi il desiderio di vedere il volto del Dio vivente e di fare la sua volontà in ogni cosa.

Míceál O'Neill, O. Carm.

Priore Generale

05 marzo, 2022

 Scarica la Lettera all'Ordine  pdf qui (222 KB)

[1] T.Brandsma, A New Dawn, The Carmelite Nuns, Bl. John Soreth, in Carmelite Mysticism, Historical Sketches, Darien: Illinois, The Carmelite Press, 1986, 36-43

[2] A. Staring, Fr. Titus Brandsma and St. Teresa of Avila, in Essays on Titus Brandsma, Rome Carmel in the World Paperbacks, 1985, p. 207.

[3] T. Brandsma, Mysticism in Action, Collected Words, Editors, Joseph Chalmers e Elizabeth Hense, Rome: Edizioni Carmelitane, 2021, 95-124.

[4] T. Brandsma, The Idea of God, in Mysticism in Action, Collected Works, Editors, Joseph Chalmers e Elizabeth Hense, Rome: Edizioni Carmelitanij, 2021, p. 121.

[5] T. Brandsma, St. Teresa, the Growth of the Mystical Life, in Carmelite Mysticism, Historical Sketches, Darien, Illinois: The Carmelite Press, 1986, p.46.

[6] Quoted in A.Staring, fr. Titus Brandsma and St. Teresa of Avila, in Essays on Titus Brandsma, Rome: Carmel in the World Paperbacks, 1985, p. 208.

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