Non così in fretta
(Luca 21:5-19)
Alcuni passaggi della Scrittura, come il Vangelo di oggi, possono lasciarci turbati.
Parlare di distruzione, guerre, rivoluzioni, persecuzioni e tradimenti da parte di persone vicine può essere piuttosto inquietante.
Dobbiamo leggere il Vangelo come l'avrebbe ricevuto la comunità di Luca, sapendo che il Tempio e Gerusalemme erano già stati distrutti (circa 70 d.C.) alla fine della guerra giudaico-romana, circa 10-20 anni prima che il Vangelo di Luca fosse scritto. Alla luce di quella distruzione e delle continue persecuzioni da parte dei Romani e dei Giudei, forse molti nella comunità di Luca pensavano che la fine fosse vicina.
Guardando il mondo di oggi, anche molti di noi sono sconcertati dalle guerre, dalle persecuzioni e dalle distruzioni dei nostri giorni.
Come la comunità di Luca, forse anche noi desideriamo che un salvatore venga in nostro soccorso, che metta tutto a posto. Forse è per questo che molti sono disposti a riporre la loro fiducia in severi dittatori che promettono di mettere le cose a posto e di ripristinare un senso di controllo e di identità nazionale, anche a spese dei diritti umani fondamentali.
Le parole che Luca mette sulle labbra di Gesù hanno lo scopo di confortare e dare speranza. Gesù li avverte di non ascoltare coloro che pensano di conoscere il piano di Dio riguardo la fine dei tempi - piuttosto, dovrebbero capire che Dio è con loro sempre e comunque.
La Chiesa deve continuare il suo cammino (perseverare) nonostante tutte le difficoltà e le persecuzioni. Come Gesù, i discepoli saranno ricompensati da Dio con il dono della vita eterna.
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