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Mercoledì, 23 Agosto 2023 11:55

Celebrando in Casa - 21 Domenica del Tempo Ordinario

Chi dite che io sia?
(Mt 16:13-20)

A questo punto del Vangelo di Matteo, Gesù e coloro che aveva scelto hanno viaggiato e vissuto insieme per un po’ di tempo. Ora li invita ad approfondire ciò che capiscono sulla sua identità. Anche nella sua domanda c’è un accenno esplicito: la gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?

I discepoli raccontano a Gesù quello che hanno sentito da altri: Giovanni Battista, Elia, Geremia o uno dei profeti.

Gesù poi chiede ai discepoli: “Ma voi chi dite che io sia?” È Pietro che aggiunge qualcosa al titolo “Figlio dell'uomo” riconoscendo Gesù come “il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.

Gesù dà a Pietro la nomina di un uomo “beato”.

Quello stesso Pietro la cui fede ha vacillato quando è stato colpito dal vento e dalle onde nel Vangelo due domeniche fa ha ora mostrato la sua apertura a Dio e ha riconosciuto Gesù per quello che è. Ma questa non è la fine della storia di Pietro. Ci sono alti e bassi nella sua risposta, come vedremo domenica prossima quando questa “roccia” della fede diventerà un “ostacolo” per lo scopo di Dio.

Nonostante ciò, Gesù nomina Pietro come la “pietra” su cui costruirà la chiesa. Pietro ha un nuovo nome e una nuova vocazione. Questa chiesa dovrà combattere forze ostili che cercano di schiavizzare le persone nel peccato.

Sarà un rifugio sicuro di libertà essendo la presenza vivente di Dio.

L’incarico di Pietro è usare le “chiavi del regno” per aprire e diffondere il regno della grazia di Dio nel mondo. In questo senso, le decisioni devono essere prese per l'intera comunità ecclesiale. Qui, le parole di Matteo “legare” e “sciogliere” non hanno nulla a che fare con il perdono dei peccati.

Sono una sorta di promessa che le decisioni sincere e oneste delle persone fedeli godono del sostegno divino. Ciò non significa che queste decisioni siano le migliori o le più perfette. Il discernimento e il processo decisionale fanno parte del compito dell’essere discepoli che trovano insieme la via del Signore; di essere la presenza viva di Dio nel mondo.

Infine, Gesù vincola i discepoli al silenzio sulla sua vera identità per timore che il suo messianismo si confonda con l'aspettativa del popolo di un messia che li libererà dall’occupazione romana.

Come la scorsa domenica, Pietro si rivela essere molto simile a noi. Vogliamo davvero credere, divenire presenza viva di Dio, ma non sempre ci sembra di essere in grado di farlo. Viviamo dei grandi momenti di fede e momenti in cui siamo profondamente in sintonia con il cuore di Dio. La maggior parte di noi, poi, ha anche momenti di dura ricaduta di un vissuto che non può trattenere il potere dell'amore di Dio. Ma il Vangelo ci rassicura che, nonostante la nostra debolezza e i tanti modi in cui possiamo mancare di qualcosa, Dio è ancora vicino a noi e la fede è un viaggio, non una meta.

Nei miei pensieri, parole e azioni, chi dico che sia Gesù?

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