Durante la conferenza stampa organizzata dall'Ufficio comunicazioni dell'Ordine Carmelitano per la canonizzazione di Tito Brandsma, un giornalista olandese ha consegnato al priore generale, Míceál O'Neill, una copia di una lettera dei giornalisti cattolici a Papa Francesco. La lettera spiega perché il santo appena canonizzato dovrebbe essere designato dalla Chiesa come patrono dei giornalisti.
Ai quattro principali firmatari, provenienti da Paesi Bassi e Belgio, si sono aggiunti molti altri da tutta Europa e dagli Stati Uniti d'America.
Ecco la copia della lettera dei giornalisti:
Lettera aperta dei giornalisti cattolici a Papa Francesco in occasione della canonizzazione di Padre Titus Brandsma il 15 maggio 2022
Santità,
nel 2018 Lei ha chiesto a noi giornalisti, a gran voce, "di promuovere un giornalismo di pace", un "giornalismo che sia veritiero e si opponga alle falsità, agli slogan retorici e ai titoli sensazionalistici. Un giornalismo creato dalle persone per le persone, che sia al servizio di tutti, (...) un giornalismo impegnato a indicare alternative all'escalation di urla e violenza verbale" ("La verità vi farà liberi" (Gv 8,32), Fake news e giornalismo per la pace. Messaggio di Sua Santità Papa Francesco per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, 24 gennaio 2018).
Appoggiamo con tutto il cuore il Suo appello all'azione e in esso riconosciamo una dichiarazione di missione per l'intera impresa giornalistica: per i vecchi e i nuovi media, per i direttori di giornali, riviste, stazioni radio e televisive e piattaforme internet - e non solo per i giornalisti di origine cattolica, ma per tutti i giornalisti di buona volontà.
Il 15 maggio, a Roma, canonizzerete un uomo che ha incarnato questi valori giornalistici cruciali fino alla morte: il padre carmelitano olandese Titus Brandsma (1881-1942).
Titus Brandsma ha significato molto per la comunità cattolica dei Paesi Bassi, ma il suo lavoro giornalistico spicca tra tutte le altre attività. Fu direttore di un giornale, si dedicò alla modernizzazione e alla professionalizzazione della stampa quotidiana cattolica nei Paesi Bassi e si adoperò per migliorare le condizioni di lavoro e per istituire una formazione professionale per i giornalisti.
Padre Brandsma svolse il suo lavoro nel contesto dell'ascesa del fascismo e del nazismo in Europa. A parole e nei fatti si oppose al linguaggio dell'odio e della divisione che si stava diffondendo in quel periodo. A suo avviso, quelle che oggi definiamo "fake news" non dovevano essere tollerate dalla stampa cattolica; si batté con successo per ottenere il divieto episcopale di stampare la propaganda nazionalsocialista sui giornali cattolici.
Pagò con la vita queste azioni coraggiose: all'inizio del 1942 Padre Titus fu arrestato dalle forze di occupazione e quindi inviato al campo di concentramento di Dachau. Lì, il 26 luglio dello stesso anno, fu ucciso da un'iniezione letale, nella domenica in cui i vescovi olandesi fecero leggere in tutte le chiese la loro coraggiosa protesta contro le deportazioni degli ebrei.
Noi, giornalisti cattolici, riconosciamo in Tito Brandsma un coetaneo professionista e un compagno di fede di notevole prestigio. Una persona che ha condiviso la missione più profonda che dovrebbe guidare il giornalismo nei tempi moderni: la ricerca della verità e della veridicità, la promozione della pace e del dialogo tra i popoli.
Lo consideriamo quindi un amico e un sostenitore di tutta la nostra professione, anzi un santo patrono del giornalismo. Vorremmo quindi chiederle con grande entusiasmo di ufficializzare questa carica di patrono.
L'attuale patrono del giornalismo è Francesco di Sales. È indubbiamente un santo uomo di fede e di grandi meriti, ma non era un giornalista nel senso moderno del termine. Lo era Tito Brandsma.
E come abbiamo detto, ha dato la vita per questo. A nostro avviso, ciò lo rende particolarmente adatto a questo patrocinio. Secondo l'UNESCO, nel 2021 ben 55 giornalisti sono morti in tutto il mondo mentre svolgevano il loro lavoro. Molti altri hanno dovuto affrontare violenze, minacce, repressioni, censure e persecuzioni. L'impegno per la verità e l'umanità è estremamente pericoloso in questi tempi di disinformazione e polarizzazione. Per questo è urgente la presenza di un santo intercessore che abbia vissuto in prima persona questa esperienza e l'abbia superata a pieni voti.
Vi ringraziamo per la vostra gentilezza nel considerare questa richiesta.